

Direttore Responsabile Roberto Marchetta
iscritto Ordine dei Giornalisti del Lazio
PROSSIMA RIUNIONE DI REDAZIONE DEL BLOG 3 GENNAIO 2026

GLI AUGURI DEL DIRETTORE ROBERTO MARCHETTA E DI CARLO PACELLA
BUON NATALE
In un Cronografo, composto nel 354 d.C. da Furio Dionisio Filocalo, è riportato un frammento liturgico cristiano in uso a Roma, risalente al 326 o forse a un'epoca ancora anteriore: Kalendas Ianuarias (25 dicembre) si legge: Natus est Christus in Betleem Judaeae. Un'affermazione singolare perché nei vangeli non vi è traccia della data, anzi quello di Luca allude a un periodo diverso affermando: "C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge". La pastorizia veniva esercitata in Palestina tra la primavera e l'autunno, come testimonia anche una cerimonia arcaica, poi diventata la Pasqua ebraica, che si svolgeva la notte del plenilunio successiva all'equinozio di primavera e aveva tra molte funzioni, quella di proteggere i pastori e greggi, alla vigilia della partenza annuale per i pascoli, da influenze demoniache.
In realtà il 25 dicembre è una data simbolica che si collega al solstizio d'inverno e a una festa romana di epoca imperiale. Nel Cronografo è riportato anche un calendario civile, chiamato comunamente filocaliano, che al 25 dicembre nota "N. Invicti", ovvero Natale dell'Invitto. L'Invitto era che il Sol Invictus, divinità solare di Emesa introdotta dall'imperatore Aureliano (270-75), che aveva costruito anche un tempio in suo onore nel campus Agrippae, l'attuale piazza San Silvestro.
Ma il culto del sole era già penetrato da tempo a Roma grazie all'identificazione di Apollo con Helios e al progressivo estendersi negli ambienti militari della religione mitraica. Il Sole non era inteso in senso naturalistico, ma come epifania del dio che crea e governa il cosmo.
Nella teologia neoplatonica, che avrebbe ispirato l'imperatore Giuliano (361-63) nell'effimera restaurazione pagana del IV secolo, il Sole era una delle ipostasi del Dio unico, ovvero "il mediatore" tra Colui che presiede alle essenze intellegibili e il disco luminoso, il sole del mondo sensibile, che vivifica la terra e dirige il corso alternato delle stagioni. "Sorto da tutta l'eternità dall'essenza feconda del bene" scriveva Giuliano, "mediatore fra gli dei intelligenti, mediatori essi stessi, Helios ne assicura pienamente la continuità, la bellezza senza limiti, l'inesauribile fecondità, l'intelligenza perfetta, e li dota in abbondanza di tutti i beni atemporali. Nel mondo attuale, proiettando le sue luci sul visibile… e popola il cielo intero di tante divinità quante ne concepisce la sua intelligenza… E' anche grazie a lui che esiste la regione sublunare perché egli vi perpetua la vita e distribuisce i benefici che provengono dal corpo sferico. Questa teologia neoplatonica ed ermetica si coniugava con il mitraismo, che da un'originaria radice iranica, comune con il mazdeismo, si era sviluppato tramite l'incontro con la teologia astrale dei Caldei e con riti e credenze dell'Asia Minore.
Nel Mitraismo dell'Impero romano Mitra era considerato il figlio del dio supremo figlio del sole e Sole egli stesso. Il Natale del Sole Invitto era stato fissato dall'imperatore Aureliano al 25 dicembre, ovvero qualche giorno dopo il solstizio invernale quando il "nuovo sole" era salito percettibilmente sull'orizzonte. Molti cristiani erano attirati da quelle feste spettacolari e la Chiesa romana, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal mitraismo che, con la sua morale e spiritualità non dissimili dal cristianesimo, poteva frenare se non arrestare la diffusione del Vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno il Natale del Cristo come vero Sole. Non era una sovrapposizione infondata perché fin dall'Antico Testamento Gesù veniva preannunziato dai profeti come Luce e Sole. Isaia scriveva: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse". Malachia lo chiamava Sole di Giustizia… ai fedeli romani non doveva sembrare una decisione infondata quella di celebrare la nascita del Cristo il 25 dicembre. Perciò il Natale, secondo il concilio Vaticano II, ci rivela che "soltanto nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo": Cristo infatti, che è il nuovo Adamo, rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa conoscere la sua altissima vocazione, che è di diventare figlio suo nel Figlio, e dunque fratello degli altri uomini secondo il modello del Salvatore nella sua donazione suprema.
AUGURI A TUTTI VOI da RoMa
Primo servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error.
Secondo servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Illum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla pariatur.
Terzo servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Ea commodi consequatur quis autem vel eum iure.
Quarto servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore.
Quinto servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Voluptate velit esse quam nihil molestiae consequatur vel.
Sesto servizio
Clicca qui e inizia a scrivere. Eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt neque porro.
Al servizio della tua informazione
Il testo inizia qui. Puoi cliccare e iniziare a scrivere. Dicta sunt explicabo nemo enim ipsam voluptatem quia voluptas sit aspernatur aut odit aut fugit sed quia consequuntur magni dolores eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt neque porro quisquam est.
Eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt neque porro quisquam est qui dolorem ipsum quia dolor sit amet consectetur adipisci velit sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam quaerat.



